CASA STUARDI

MAURIZIO STUARDI FOTOGRAFO

Tra i beni lasciati da Maurizio Stuardi al Comune abbiamo scoperto un patrimonio di fotografie cartacee (in bianco/nero e a colori) e diapositive: sono centinaia di immagini che l’Associazione, con la preziosa e generosa collaborazione tecnica di Aldo Gioda, sta inventariando e digitalizzando. Maurizio era solito fotografare la campagna, i lavori agricoli, grandi eventi naturali (alluvioni), civili (carnevale, palio), religiosi (processioni), gruppi di persone. Tali immagini coprono un lungo arco temporale che va dagli anni Cinquanta ai primi anni del nuovo secolo: costituiscono quindi una preziosa documentazione ambientale, sociale, storica. L’Associazione intende pubblicare parte di tali immagini sia sulla propria pagina facebook sia nel sito sulla base di specifici TEMI, con una premessa introduttiva e con didascalie riferite alle singole immagini

LAVORAZIONE DEL GRANTURCO (MERIA) IN CASA STUARDI

Cominciamo pubblicando alcune immagini relative alla lavorazione del granoturco (meria) in casa Stuardi. La coltura del mais è sempre stata centrale nella agricoltura poirinese, finalizzata all’allevamento del bestiame, in particolare all’ingrasso dei vitelli di razza piemontese. Almeno un terzo della superficie agricola di ciascuna azienda era adibita alla semina del mais: coltura molto impegnativa che inizia nel mese di aprile con la semina e termina in ottobre con la raccolta, ma deve essere accompagnata da intensi lavori di aratura ed erpicatura del terreno, concimazione, irrigazione nei mesi primaverili ed estivi, e seguita da altri lavori per la sgranatura, essiccazione, conservazione, molitura della granella: lavori questi ultimi  che un tempo si svolgevano nel cortile della casa agricola e che il nostro Maurizio ha ben documentato attraverso una serie di fotografie. In tempi recenti l’allevamento del bestiame riguarda un numero limitato di aziende agricole ma quasi tutte le aziende agricole continuano a praticare la coltura del mais non solo più per l’autoconsumo ma specialmente per la vendita della granella.

Ricordiamo che come Associazione abbiamo già ricostruito le varie fasi della coltura del MAIS in uno stand allestito per S. Orsola 2019: le immagini relative allo stand e alla coltura del mais con l’illustrazione di tutte le fasi colturali e dei macchinari ed attrezzi utilizzati sono visibili presso il nostro sito: www.museopoirino.it alle voci EVENTI, Galleria eventi, S. Orsola 2019, Dal mais alla polenta, e MUSEO VIRTUALE, Contadinerie, Da ra  gran-a ‘d meria a ra polenta.

Le otto fotografie che pubblichiamo sono riferite a vari lavori praticati nel cortile di casa dopo la raccolta delle pannocchie nei campi.

Sfogliatura delle pannocchie (dësfojé o dëspané le pan-e)

Si svolgeva in genere di sera dopo cena. Era anche una occasione di socializzazione perché le famiglie si aiutavano vicendevolmente e quindi sfogliando le pannocchie si chiacchierava, talvolta anche con l’offerta del caffè e di un bicchiere di vino da parte della famiglia ospitante. Era pure una ghiotta occasione, complice la scarsa illuminazione, per incontri ravvicinati tra fidanzatini (moros/sfojor). Le foglie, separate dalla pannocchia, venivano spesso usate per imbottire pagliericci (pajasse).

Conservazione nella “gabbia”

Le pannocchie sfogliate venivano sgranate oppure immesse in una gabia, ovvero una struttura metallica avvolta da rete; all’aria e al sole essiccavano e in primavera venivano sgranate. Prima dell’utilizzo delle gabbie invece le pannocchie venivano legate a grappoli intrecciando parte delle foglie della pannocchia o brattee (fojass) e appese alla pantalera, una struttura lignea formata da pali verticali attraversati da pertiche orizzontali, appoggiata ad un muro della tettoia o della stalla esposto al sole.

Sgranatura (sgruné le pan-e)

Le pannocchie venivano sgranate per estrarre la granella. In passato si usavano sgranatrici azionate manualmente con una manovella, poi comparvero macchine sgranatrici azionate dal trattore che ingoiavano le pannocchie e restituivano da un lato la granella, dall’altro i tutoli (panucc o panòt)

Essiccazione (dëssëcché la meria)

La granella veniva distribuita nel cortile debitamente preparato (veniva impermeabilizzato spalmando sul terreno (l’ambusadura) con scope di ramaglie (ramasse) una poltiglia di feci bovine (buse) ed acqua la quale, asciugandosi, formava una pellicola che impediva alla granella di mischiarsi con la terra). Si noti in basso a sinistra un piccolo tratto del soastr, ovvero la fune che normalmente serviva per assicurare il carico di fieno o di covoni sul carro, nello specifico utilizzata per delimitare lo spazio per la granella. In casa Stuardi il cortile era stato cementificato e quindi costituiva una buona base per la essiccazione della granella.

Essiccazione

Durava alcuni giorni (tre, quattro, secondo l’intensità del sole). Per favorire l’essiccazione la granella doveva essere rivoltata più volte durante il giorno; di sera la granella veniva ammucchiata verso i muri di casa e coperta con teli impermeabili per ripararla dalla umidità e da eventuali piogge.

Ventilabro (ventola/ventolin) 

Quando la granella era essiccata, veniva “passata” al ventilabro (ventola/ventolin) per depurarla dalle tante impurità: polvere, residui di brattee, tracce di tutoli, “vorve ” (la pula del mais). Quindi veniva messa in sacchi di tela trasportati sul granaio (grané)  a spalla o mediante funi e carrucole (tajòle) appese alle travi del tetto, oppure “soffiata”.

Soffiatura 

Con una macchina speciale azionata dal trattore, (sistema di trasmissione a cinghie), la granella veniva soffiata sul granaio mediante una condotta in acciaio.

Tutoli: ër baron di panucc

I tutoli: ër baron di panucc, ovvero il mucchio dei tutoli, utilizzati come combustibile per stufe e potager. A fianco si vede la gabia, ormai svuotata delle pannocchie sgranate. La macchina sotto la tettoia è una trebbiatrice per grano, dei F.lli Carra Suzzara, con nastro caricatore.

 

I manufatti di Maurizio Stuardi

Sono sicuramente molti i poirinesi in possesso di esemplari dei manufatti in legno prodotti da Maurizio Stuardi nella sua falegnameria ricavata in parte della stalla della cascina sita in via Ternavasso 15 a Poirino. La produzione di oggetti in legno è stata copiosa sia per manufatti destinati alla sua abitazione che per oggetti di vario genere che  spesso venivano regalati a parenti o a conoscenti.

Dalla sua falegnameria sono usciti oggetti da arredamento quali massicce sedie in legno grezzo, tavolini, sgabelli, panche, mensole, posacenere in legno ricavati da rami grezzi e anche oggetti particolari quali ciotole di varie fogge e dimensioni, taglieri grandi e piccoli, casette/nido per uccellini, casette per pipistrelli, raganelle, massaggiatori tipo giapponese in legno, catapulte giocattolo, ceste in legno per la semina, culle in legno (di queste ultime sono state trovate dei particolari e i modelli per la realizzazione delle testate), suole in legno per zoccoli, trappole per sorci e talpe e altro ancora. L’oggetto più singolare fu comunque la cassa da morto nella quale come da suo desiderio fu sepolto. Soleva stupire i conoscenti portandoli a vedere la stessa esposta in uno dei locali della cascina.

In occasione della fiera di S. Orsola 2020 alcuni manufatti, con altri oggetti dalla collezione di Maurizio Stuardi, sono stati esposti da parte dell’Associazione per il Museo Storico della Comunità di Poirino nel proprio gazebo corredati da didascalie a guisa di indovinello ottenendo un notevole interesse da parte dei visitatori.

Posacenere artigianale

Sedie e sgabelli in legno massiccio

   

Casetta per pipistrelli

Nido con ciotola

 

Raganella

Alcuni manufatti nel laboratorio

 

Catapulta giocattolo

Alcuni manufatti esposti durante la fiera di S. Orsola

Il laboratorio di falegnameria

di Maurizio Stuardi

Durante l’inverno, quando i lavori in campagna erano sospesi, i contadini all’interno della loro cascina si dedicavano alla riparazione e al ripristino degli attrezzi e dei macchinari danneggiati dopo una lunga stagione di lavori nei campi. Allo scopo la cascina era dotata di un minimo di utensili ed attrezzature, quali incudini, scalpelli, seghe, mazze, attrezzi da muratore, utensili per lavorare il cuoio e ferrare gli animali da tiro, una piccola forgia, il banco da falegname, e quant’altro fosse necessario per provvedere in proprio alle necessità quotidiane. Anche Maurizio Stuardi aveva sicuramente nella sua cascina la disponibilità di tali attrezzature ma il suo interesse si indirizzò principalmente verso i lavori di falegnameria, non solo per avere la possibilità di poter riparare un mobile o una finestra ma per creare con il legno dei nuovi oggetti. Allo scopo trasformò una parte della stalla in un vero e proprio laboratorio di falegnameria che venne da lui attrezzato con diversi macchinari, non nuovissimi ma sicuramente ancora efficienti, dismessi da qualche mobilificio locale. Così oggi nel laboratorio con un banco da lavoro dotato di morsa ci sono una sega a nastro verticale, due piallatrici a filo di grandi dimensioni, un tornio da legno a pressione, un tornio parallelo con cambio a cinghia, un trapano verticale, una troncatrice da banco per legno e una per metallo, smerigliatrici angolari (flessibili) attrezzate per metallo e legno, pialle destinate agli usi più diversi, scalpelli, sgorbie, lime e raspe di ogni genere. Il locale è poi corredato con mensole, scansìe, portautensili, cassettiere il tutto prodotto da Maurizio. In questo locale si dedicò a ricavare dal legno una serie di manufatti che andavano dalle sedie agli sgabelli alle panche, ai giocattoli e tanto altro. Oggetti che spesso era solito regalare a parenti o conoscenti.

Eccone alcune foto del locale falegnameria e di qualche oggetto creato da Maurizio:

La falegnameria

Il banco di lavoro

Tornio a pressione per legno

Assortimento di utensili ed attrezzi

Troncatrice per metallo

Sega nastro verticale

Tornio parallelo con variatore a cinghia

Trapano verticale

Troncatrice legno

Espositore per chiodi

 

Il progetto per il restauro

è realtà.

Articolo su LE CIOCHE a firma di Matteo Avataneo.

Prende forma il  museo sulla Poirino contadina

Il Comune approva lo studio di fattibilità. Ora si parte a caccia di fondi.

Articolo sul CORRIERE DI CHIERI dell’11 Dicembre 2020 a firma di Chiara Paolillo.

 

MAURIZIO STUARDI

Maurizio Stuardi, detto Telpo, classe 1925: una vita dedita al lavoro contadino e a tanti atti di generosità, conclusa con il lascito di gran parte dei propri beni ad enti pubblici e religiosi. Nacque nella casa in cui ha vissuto tutta la sua vita, in via Ternavasso 15, dal padre Bernardo e dalla mamma Caterina Ronco. Figlio unico, si dedicò fin da bambino al lavoro nei campi e nella stalla, lavoro che continuò fino a che la salute glielo consentì.

La famiglia Stuardi era legata alla Parrocchia di San Giovanni Battista amministrata dai Frati Domenicani: per tanti anni Maurizio svolse il ruolo di chierichetto in quella chiesa.

Dopo la scomparsa dei genitori visse da solo, nella semplicità, ma coltivò numerosi interessi. Trasformò una parte della stalla in un laboratorio di falegnameria ove realizzava tanti manufatti artigianali in legno: panche, sedie, sgabelli, taglieri, nidi per pipistrelli, antichi strumenti musicali popolari (cantaròle, tarabacole). L’oggetto più singolare che realizzò fu la propria cassa da morte, che era solito mostrare agli amici fidati quando li accompagnava a far visita alla sua collezione di attrezzi.

Provava una grande passione per la natura: in un suo terreno sito all’ingresso del paese venendo da Pralormo piantumò varie essenze arboree a rischio di estinzione e donò poi tale terreno al Comune, con il vincolo che fosse sempre mantenuta tale destinazione.

Pur avendo frequentato solo le scuole elementari, era uomo appassionato di cultura. Nella sua casa centinaia di libri, classici greci e latini, letteratura, scienze, riviste. Amava documentare la realtà circostante con la fotografia: ha lasciato numerose foto relative ai paesaggi e ad eventi ma soprattutto un gran numero di diapositive che costituiscono una testimonianza preziosa della vita sociale poirinese.

Maurizio era un cultore delle tradizioni e della memoria storica: ebbe occasione di insegnare ai bambini delle scuole gli antichi lavori artigianali ed agricoli. Ma la sua raccolta più importante e significativa è costituita da centinaia di attrezzi agricoli, macchinari, oggetti domestici ammassati nella stalla e sul fienile, con l’intenzione di lasciarli al Comune per una esposizione permanente. Al Comune di Poirino donò uno splendido esemplare di antico telaio tutto in legno. Nell’anno 2015 concesse il comodato d’uso di stalla e fienile con tutti gli attrezzi al Comune che cominciò ad occuparsene tramite l’Associazione per il Museo Storico della Comunità di Poirino, appositamente costituita. Alla sua scomparsa tutta la casa rurale passò in eredità al Comune con il vincolo della destinazione a memoria storica della vita rurale.

Maurizio trascorse gli ultimi anni di vita travagliati dai postumi di un incidente mentre andava in bicicletta, investito da una automobile. Rientrato dall’ospedale, riprese un po’ le sue attività ma non più come prima. Dal 2013 visse in case di riposo, prima agli Anni Azzurri di Santena poi al Geriatrico di Poirino ove scomparve il 3 dicembre 2016, lasciando detto che non voleva né manifesti mortuari né iscrizioni sulla propria tomba.

OGNUNO A MODO SUO: aveva fatto scrivere a caratteri cubitali su un muro della tettoia. Espressione che bene sintetizza la sua personalità, singolare, riservata ma anche tollerante dei costumi altrui. Un grande uomo a cui la Comunità di Poirino deve serbare memoria e gratitudine.

CASA STUARDI

CASA STUARDI è la “cascina” che il concittadino Maurizio Stuardi ha lasciato in eredità al Comune al fine di creare il Museo Storico di Poirino. Maurizio era conosciuto da quasi tutti: era agricoltore, falegname, collezionista di tutto quanto racconta la storia dei nostri nonni e anche un po’ artista: la sua donazione, quindi, è un importante patrimonio, per la storia di Poirino!

Il Comune di Poirino, con Delibera di Giunta n. 120 del 27 giugno 2018 ha affidato Casa Stuardi all’Associazione per il Museo Storico di Poirino affinché si proceda all’allestimento del Museo Storico.

La storia di “Casa Stuardi” e il cammino percorso verso la realizzazione del Museo.

CASA STUARDI – La Storia e il cammino verso il Museo

 

10 Luglio 2019 prima riunione a Casa Stuardi del Direttivo dell’Associazione per il Museo Storico di Poirino.

     

Ad Aprile 2019 riprendono i lavori in Casa Stuardi.

I soci Franco Tachis e Sergio Rocco predispongono  una scaffalatura per gli oggetti da conservare all’interno

Alessandro Crivello e Luciano Corcellà continuano a stilare l’inventario degli oggetti contenuti

Alcune foto dell’esterno di Casa Stuardi e dei primi lavori di pulizia e riordino, ad opera di alcuni Soci.